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Polpette di quinoa con robiola e pomodorini secchi

Polpette di Quinoa

Per dire, voi cosa ne sapete della quinoa?

Gli Inca la chiamano «chisaya mama» che in quechua vuol dire «madre di tutti i semi»

Sapreste dire che faccia ha, a cosa assomiglia o di che colore è?

Fino a qualche giorno fa io avrei fatto cilecca su tutta la linea, quindi se non volete farmi fare brutta figura, mentite spudoratamente e assumete la posa plastica del punto interrogativo.

Diciamo innanzitutto che la quinoa non è un cereale, ma una pianta erbacea della famiglia delle Chenopodiaceae, come gli spinaci o la barbabietola. Può comunque essere utilizzata in modo simile ai cereali, e per questo viene considerata uno pseudocereale.

E’  l’alimento basilare nella dieta delle popolazioni rurali delle Ande ed è uno straordinario testimone di biodiversità. Per questo, come riconoscimento verso i popoli indigeni andini, che hanno mantenuto, protetto e conservato la quinoa come cibo per le generazioni presenti e future, il 2013 è stato dichiarato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite l’anno della quinoa.

Venerata dagli Inca come pianta sacra, la quinoa viene coltivata da oltre 5000 anni sugli altipiani delle Ande ad altitudini comprese tra 3800 e 4200 metri. All’epoca della conquista spagnola la coltivazione della quinoa venne combattuta e scoraggiata e solo in un secondo tempo la sua coltivazione riprese piede.

Piccolo semino di colore chiaro e di forma leggermente schiacciata, la Quinoa è molto ricca di fibre e di proteine, quasi il doppio del riso. I suoi semi contengono vitamina B2 e magnesio, è inoltre ricca di vitamina E e B6, oltre che di zinco e ferro.

L’occasione per provarla è arrivata grazie all’incontro con Nuova Terra, un marchio toscano che ho scoperto di recente e che si fa portavoce di un’alimentazione naturale, tra zuppe e minestre, cereali biologici e semi oleosi.

Ora, io ho ceduto – di nuovo – alla tentazione irresistibile di preparare delle polpettema la quinoa è ottima anche nelle zuppe e in insalata per la stagione estiva.

In ogni caso mi sembrava perfetta per l’appuntamento settimanale con il Meat Free Monday, voi che dite?

[Fonte: wikipedia e Nuova Terra]

4.0 from 2 reviews
Polpette di quinoa con robiola e pomodorini secchi
Autore: 
Porzioni: ¾
 
Cosa vi serve
  • 100 gr di quinoa
  • 300 gr di patate
  • 100 gr di robiola
  • 30 gr di Parmigiano Reggiano grattuggiato
  • 30/40 gr di pomodorini secchi
  • sale e pepe q.b.
  • qualche fiocco di burro
Mettiamoci al lavoro
  1. Fate bollire le patate in acqua salata, scolatele e passatele con uno schiacciapatate
  2. Sciacquate abbondantemente la Quinoa sotto l’acqua corrente e tamponate i chicchi con un canovaccio pulito.
  3. In una padella, scaldate un cucchiaio d'olio extravergine d'oliva o una noce di burro e tostate la Quinoa per qualche minuto.
  4. Portate ad ebollizione una pentola d’acqua salata e cuocete la Quinoa per circa 10-15 minuti, poi scolatela (seguite comunque le indicazioni riportate sulla confezione)
  5. In una ciotola capiente unite la quinoa, le patate schiacciate, i pomodori secchi tritati finemente, il Parmigiano Reggiano e aggiustate di sale e pepe.
  6. Lavorate l'impasto fino a far amalgamare tutti gli ingredienti
  7. Formate delle polpette e disponetele su una teglia leggermente imburrata
  8. Fate cuocere in forno già caldo a 200 gradi fino a doratura (20 minuti circa)

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Lenticchie e peperoni arrosto con formaggio di capra

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Adesso vi racconto la ricetta, che oggi è tempo di Meat Free Monday, prima però vorrei mettere nero su bianco il fatto che ho deciso di iniziare la mia personale caccia al tesoro alla ricerca della felicità.

Lo scrivo qui perché così resta e non mi viene da strappare la pagina e abbandonare il quaderno quando rileggo quello-che e ci trovo una-cosa-che-anche-no (nel frattempo si sappia che ho cancellato e riscritto questo post enne-volte-al-quadrato).

Con un biscotto alla vaniglia nella mano destra e un cookies al cioccolato nella mano sinistra, mi metto in cammino verso una direzione che vai a sapere dove porta, più segreta della ricetta della Nutella. Intanto però, proviamo a partire.

E per non perdere niente lungo la strada, ho deciso di fermare con le immagini tutti quei momenti di ordinaria felicità che se non li fermi scappano via, come lo sgranocchiare un biscotto che profuma al cardamomo.

Non è che io sia fissata con i biscotti. Voglio dire anche, inutile negarlo, ma seguitemi nel discorso. Finisco per piazzarli un po’ qua e un po’ la, perché questa storia della ricerca della felicità non è proprio in tema con ricette, grammi, ingredienti e tempi di cottura. E quindi la condisco con zucchero e burro, e farina e uova, proprio per dare l’idea che.

D’altra parte, ci ho pensato a lungo – mica vero eh – ma quello che c’è qui dentro è l’unica la cosa che al momento mi rende più felice. E quindi portate pazienza, alla fine una ricetta c’è sempre, se proprio butta male, si allunga di qualche riga la strada per arrivarci.

Ecco, siccome di righe ne ho già spese fin troppe, vi racconto la felicità di questo fine settimana, tra una passeggiata sui navigli, quattro scatti imbarazzanti con i pelosi e qualche acquisto.

P.S. Le caramelle (prima foto segnaletica della seconda riga) stanno lì per ricordarmi quanto sono stata fessa brava a non portarle a casa!

P.P.S. Ero già pronta a cancellare tutto, perché questa storia della felicità é più complicata di quello che sembra. Così per dire, ma se scopri di non essere felice che fai?

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E adesso, veniamo finalmente alla ricetta di oggi, che vi stupirà tipo cosa non so, ma è buona esagerata.

Per la scheda segnaletica della lenticchia, protagonista di questa insalata, cliccate su scheda segnaletica della lenticchia, che non fa una grinza.

Se siete pigri nel clic – o magari volete rimanere concentrati sull’insalata – vi incollo qui due-cose-due che mi piace ricordarvi.

Avete di fronte, parlando della lenticchia, una coltivazione antichissima che risale addirittura al 7000 A.C e che ha sempre rappresentato una risorsa nutrizionale fondamentale per la sopravvivenza e la salute di molti popoli grazie alla loro ricchezza energetica e proteica.

In Italia la coltivazione della lenticchia si è diffusa soprattutto in località dove le condizioni di clima e di terreno conferiscono un altissimo pregio qualitativo al prodotto, per sapore e facilità di cottura, come per esempio gli altipiani di Castelluccio di Norcia e di Colfiorito, in Umbria o di Leonessa nel Lazio.

Le lenticchie hanno un alto valore nutritivo, sono molto ricche di proteine, vitamine (A, B1, B2, C, PP) e sali minerali (calcio, ferro, sodio, potassio e fosforo). Sono facilmente digeribili e utili per chi ha problemi di anemia o di esaurimento fisico.

Lenticchie e peperoni arrosto con formaggio di capra

Quindi, dopo tutto questo bla-bla-bla, prendete delle lenticchie buone e fatele cuocere quel tanto che basta per. Mettete i peperoni in forno e fateli abbrustolire senza scottarvi come ho fatto io, che quasi mi sono fatta fuori le impronte digitali. In ultimo tagliate il formaggio di capra a cubetti cercando – alla peggio – di mangiare un cubetto ogni cinque.

Mi pare che non manchi più nulla, se non segnalare che la ricetta è tratta dal ricettario “Lunedì senza carne” che ha dato il via alla campagna per il Meat Free Monday

5.0 from 1 reviews
Lenticchie e peperoni arrosto con formaggio di capra
Autore: 
Porzioni: 4
 
Cosa vi serve
  • 3 peperoni rossi
  • 170 gr di lenticchie
  • 1 spicchio d'aglio
  • qualche foglia di alloro
  • 4 cucchiai di pomodori secchi a pezzetti
  • 100 gr di formaggio di capra a pezzetti
  • prezzemolo tritato
  • olio extravergine di oliva
  • sale e pepe
Mettiamoci al lavoro
  1. Arrostite i peperoni disponendoli su una placca e cuocendoli in forno già caldo a 200 gradi per 30 minuti circa.
  2. Completata la cottura, metteteli in un sacchetto di plastica, in questo modo potrete eliminare la buccia più facilmente.
  3. Quando si sono raffreddati, toglieteli dal sacchetto, eliminate i semi e la buccia e tagliateli a striscioline.
  4. Lavate le lenticchie e fatele cuocere in acqua con lo spicchio d'aglio e l'alloro. Per i tempi di cottura seguite le indicazioni riportate sulla confezione. In ultimo regolate di sale.
  5. Scolate le lenticchie e mentre sono ancora tiepide aggiungete i pomodori secchi a pezzetti e il formaggio di capra tagliato a dadini.
  6. Completate con le striscioline di peperone rosso e un filo d'olio. Regolate di sale e pepe e spolverizzate con del prezzemolo tritato.

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