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Frollini friabili

Non so dire se in questa ricetta qui, mi sia divertita di più a preparare i biscotti o a scattare le foto.

Alla ricerca di nuovi spazi, buoni per sistemare un tavolo un pò più grande e avere modo di girarci intorno, il balcone del soggiorno si è guadagnato il ruolo di nuovo set fotografico. Peccato che il balcone non sia tanto grande e quindi i biscotti stavano sul balcone, mentre io stavo in soggiorno.

Esatto, in soggiorno con tutte le finestre spalancate. E’ così che mi ha trovato il Muso sabato mattina: chiusa in soggiorno per evitare che in casa facessero capolino i pinguini, con le finestre del balcone spalancate, i biscotti che prendevano aria e io con addosso il piumino.

I gatti, sagaci, si erano dati alla macchia.

In ogni caso, e questo è ciò che conta più di tutto, i biscotti sono una delizia. Ho pensato fossero una buona idea per iniziare col piede giusto questa nuova settimana. La ricetta suggeriva di inzupparli nella cioccolata calda. Io non ho avuto modo di sperimentare, ma a naso mi sembra una buona idea. Ci provate voi e mi fate sapere?

La ricetta è tratta da “Frollini” di Maurizio Santin, edito da Guido Tommasi Editore

4.5 from 2 reviews
Frollini friabili by Maurizio Santin
Autore: 
 
Cosa vi serve
  • 400 gr di farina
  • 250 gr di burro morbido
  • 140 gr di zucchero a velo
  • 3 tuorli
  • 1 uovo
  • la buccia grattugiata di un limone non trattato
  • un pizzico di sale
Mettiamoci al lavoro
  1. Nella planetaria o con le fruste elettriche, lavorate il burro morbido con la buccia del limone e lo zucchero fino ad ottenere un composto ben montato.
  2. Aggiungete, uno alla volta, i tuorli e l'uovo. Quando l'impasto comincia a diventare omogeneo, aggiungete la farina setacciata e il sale.
  3. Create delle "esse" con un sac-à-poche direttamente su una teglia rivestita con carta forno.
  4. La ricetta dice solo di cuocere i biscotti a 170 gradi fino a colorazione. Io ho impostato inizialmente 15 minuti poi ho aggiunto altri 5 minuti di cottura, fino a quando i bordi delle esse non hanno cominciato a prendere un leggero colore

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Ciambellone by Maurizio Santin

Una delle cose che non mi riesce benissimo è entrare in una libreria, visitare il reparto “cooking” ed uscire a mani vuote. Diciamola tutta: mi riesce proprio male e neanche mi impegno troppo per farla andare meglio. L’ultimo acquisto della serie “proprio-non-so-resistere-deve-essere-mio-tutto-mio-solo-mio” è stato il volume di Maurizio Santin sulla pasticceria, davvero molto bello perchè passa in rassegna le preparazioni di base, dalle creme alle ricette più classiche . Una specie di bigino (Sig. Santin mi perdoni!) , edito da Guido Tommasi Editore che – mia opinione spassionata – confeziona alcuni tra i volumi più belli dell’ impasta-mescola-inforna-cuoci.

INGREDIENTI
300 gr farina 00
250 gr zucchero
4 uova
un bicchiere di olio di semi
1/2 bicchiere di latte fresco intero
7 gr di lievito per dolci
un pizzico di sale
la scorza di un limone grattugiato o la polpa di una bacca di vaniglia

Sbattete i tuorli con lo zucchero, il sale e l’aroma scelto (la polpa di vaniglia o la scorza di agrume grattuggiata finemente). Montateli fino ad avere un composto soffice e spumoso. Aggiungete l’olio, il latte e mescolate. In ultimo unite la farina setacciata con il lievito aiutandovi con una spatola da pasticceria. A parte montate gli albumi e incorporateli al composto precedentemente ottenuto. Versate in uno stampo da ciambellone (diametro 28 cm) e cuocete in forno caldo a 180°C per 40/45 minuti. Controllate la cottura con uno stecchino e lasciate freddare su una grata prima di sformare.

Note a piè di pagina:

  • la prima volta che ho preparato il ciambellone ho usato l’olio di semi di girasole che avevo in dispensa, ma non mi ha convinto del tutto: la torta è risultata morbidissima, ma con un retrogusto che per me non deve esserci. In realtà l’olio in questione non mi aveva convinto da subito, nel senso che lo avevo aperto da qualche settimana e la prova “naso” mi aveva detto che sapeva un pò troppo di olio. Qualche mese fa ho partecipato ad una serata che prevedeva la realizzazione di una torta che aveva tra gli ingredienti proprio l’olio di semi. Ci hanno detto (ovvio, eh) che l’olio non deve avere alcun odore, quasi fosse acqua. Ci hanno detto anche che l’olio, una volta aperto, tende ad acquistare un odore più marcato che poi nei dolci si fa sentire e quindi meglio usarlo per fare altro. Ho rifatto il ciambellone una seconda volta, e in questo caso ho usato l’olio di riso, decisamente meglio. Retrogusto quasi impercettibile e torta sempre sofficissima. Voi cosa usate? Vi capita di fare dei dolci con l’olio anzichè con il burro? Mica posso provare tutti gli oli di semi di girasole che ci sono in commercio, dico io. O no? ^___^
  • la ricetta, lo dice anche il nome, prevede di utilizzare la teglia da ciambella. Io ho optato per la mitica e fantasmagorica Boundt Pan presa nella Grande Mela (scusate… ancora mi emoziono quando apro la dispensa e la vedo li che mi guarda) . Vero che quello che conta è il sapore, ma con quella forma tutta curve non è un amore? ^____^

 

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