Sono settimane che inseguo una fetta di Carrot Cake.
E’ nell’elenco dei to-do-assolutamente da così tanto tempo che ho perso il conto di quante volte l’ho trascritta da una pagina all’altra, per non dimenticarla tra le righe di un questa-l’ho-già-fatta e questa pure.
E il fatto che io non abbia mai assaggiato una fetta di Carrot Cake, è decisamente un dettaglio.
Il piano – diabolico – era di prepararla con il frutto della mia coltivazione diretta.
Peccato che le mie carote baby siano sparite nell’attimo esatto in cui uscivano dalla terra, dopo una serie di scene imbarazzanti che devi provare a tirar fuori una carota dalla terra per capire l’effetto che fa.
Ho deciso che era giunto il momento, quando ho letto l’ultima Carrot Cake raccontata da Giulia, con la sua scia di ricordi, la storia delle sue Carrot Cake e quelle immagini raccontate di Londra che in questo periodo cosavelodicoafare.
E quindi sono tornata sulle mie pagine a quadretti, ho recuperato tutte le Carrot Cake che mi sono segnata nella vita e ho deciso per.
Volevo una torta senza glassa. Una torta da colazione, da lasciare in dispensa coperta con una campana di vetro, che se ti viene da mangiare una fetta per merenda la tagli ed è fatta.
Alla fine ho provato una delle versioni proposte da Martina e il risultato è stata la mia Carrot Cake preferita. Certo, è l’unica che io abbia mai assaggiato, ma da qualche parte bisogna pur cominciare.
E poi Londra. Rieccomi.
Girerò Londra alla ricerca di un paio di anfibi e di una fetta di Carrot Cake.
Passerò il mio periodo londinese in famiglia, immersa nello spirito british come un cake pops nel cioccolato fondente.
Faccio il tifo per trovare una padrona di casa che sforni Carrot Cake come non ci fosse un domani e conservi la ricetta segreta tramandata dalla nonna su un quaderno sporco di burro e cioccolato, appoggiato sulla seconda mensola della dispensa.
Ci ho pensato stanotte e credo che farò così.
Mi presenterò alla porta di quella che sarà la mia residenza londinese per due settimane e con gli occhioni che brillano, nel mio inglese tremendo (immaginatemi come Totò in Piazza Duomo davanti al Ghisa) dirò:
“Buongiorno sono Sweetie. Ha mica una ricetta segreta di Carrot Cake che vuole raccontarmi?”
Lovvo un tot.
- 2 uova medie
- 250 gr di zucchero
- 250 gr di farina 00
- 30 gr di fecola di patate
- 100 gr di farina di mandorle
- 100 gr di latte
- 300 gr di carote grattugiate
- 60 gr di olio di semi di arachidi
- mezza bacca di vaniglia
- 8 gr di lievito (1/2 bustina)
- un pizzico di sale
- Lavorate nella planetaria o con le fruste elettriche le uova insieme allo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
- Aggiungete le carote grattugiate finemente e strizzate e le mandorle tritate, ridotte a farina.
- Mescolate a mano, con una spatola, dal basso verso l'alto per non far smontare le uova.
- Aggiungete il pizzico di sale, l'olio, il latte, i semi di vaniglia e infine la farina setacciata con il lievito e la fecola di patate.
- Versate il tutto in una tortiera imburrata e rivestita di carta forno e fate cuocere per 45 minuti circa a 180° (fate la prova dello stuzzicadenti per verificare che sia pronta)
Ma quante cose vi racconto oggi? Promesso che adesso chiudo e me ne vado.
Se volete provare una torta di carote e cercate ispirazioni, ecco qualche ricetta di quelle che mi sono segnata nel tempo:
- La torta di carote e mandorle di Giulia
- La Torta alle carote di Martina, quella che ho provato e che trovate qui sopra
- The ultimate carrot cake di Pane e Burro
- La Carrot Cake con farina integrale e olio di oliva di Vaniglia
- La Carrot Cake di Nigella
- La Carrot Cake 2 di Nigella