Se la felicità non si fa trovare, tocca andare a cercarla.
E se tra l’oggi e il domani é tutto un lavori in corso, c’è sempre quel ricordo così vivo che sembra ora o una promessa appena sussurrata, depositata tra le pieghe dell’anima.
Tornare a quel momento in cui ti sei detta riparto da qui con le vie del Marais sotto piedi, quella colonna sonora nelle orecchie e tutti quegli scatti a fermare il bello. Che forse la felicità sta proprio lì di casa.
E poi? Tutto a posto e niente in ordine, come quando ti perdi con la cartina davanti e ti dici che non ci sei proprio portata.
Mi sono ricordata di questa foto, mentre davo la forma al pane e disegnavo una chiocciola che sapeva di buono, dipinta con mille semi di papavero.
Rue des Rosiers, nel cuore del Marais, nel cuore del quartiere ebraico.
Mi sono riletta.
Alla fine, anche a Parigi, per capire quale strada prendere, basta ascoltarsi. Deve essere uno di quei principi generali che vale sempre e a prescindere.
Io che con i principi generali non sono mai andata d’accordo e che ho sempre fatto il tifo per le eccezioni e le note a piè di pagina devo fermarmi. E per una volta, starmi ad ascoltare sul serio.
Intanto vi racconto la Challah, un pane tradizionale ebraico abitualmente lavorato a forma di treccia (prossimamente su questi schermi). Viene preparato in occasione dello Shabbat, la festa del riposo osservata ogni sabato, dal tramonto del venerdì.
Non serve saper fare il pane. Non serve la planetaria. Due ciotole, un cucchiaio di legno e una spianatoia.
Chiede solo un po’ di tempo e una spolverata di pazienza, ma questo – e suona come un principio generale – vale per tutte le cose. Soprattutto per quelle buone per davvero.
- 250 gr di farina 0
- 4 gr di sale
- 15 gr di zucchero
- 6 gr di lievito di birra fresco
- 80 ml di acqua calda
- 1 tuorlo
- 1 uovo
- 20 ml di olio di girasole
- 1 uovo medio, sbattuto con un pizzico di sale per spennellare
- semi di papavero o di sesamo
- In una ciotola mescolate la farina, il sale e lo zucchero e tenete da parte. Questi sono gli ingredienti secchi.
- In un'altra ciotola, mettete il lievito e aggiungete l'acqua, mescolando fino a che il lievito non si scioglie.
- Sbattete leggermente l'uovo e il tuorlo e uniteli al composto di lievito. Questi sono gli ingredienti umidi.
- Unite gli ingredienti secchi a quelli umidi.
- Mescolate con un cucchiaio di legno e poi incorporate l'olio finchè il tutto è ben amalgamato.
- Coprite e fate riposare per 10 minuti.
- Dopo 10 minuti lavorate l'impasto, mantenendolo nella ciotola. Prendete una parte dell'impasto dal lato esterno e tiratelo verso il centro, girate leggermente la ciotola e ripetete con un'altra porzione di impasto. Ripetete l'operazione altre 8 volte, completando il giro e tirando ogni porzione di impasto verso il centro. Questa operazione andrà ripetuta 3 volte (*)
- Coprite e fate riposare per 10 minuti.
- Dopo 10 minuti riprendete l'impasto e ripetete la lavorazione nella ciotola (*). Coprite e fate riposare per altri 10 minuti
- Trascorsi 10 minuti riprendete nuovamente l'impasto e ripetete la lavorazione sopra descritta (*). Fate riposare di nuovo per 10 minuti
- Riprendete l'impasto, ripetete nuovamente la lavorazione (°) e questa volta fate riposare coperto per 1 ora.
- Quando l'impasto è raddoppiato di volume, prima di trasferirlo sul piano di lavoro, fate una leggera pressione con il pugno in modo da far uscire l'aria.
- Spolverate di farina un piano di lavoro, togliete l'impasto dalla ciotola e trasferitelo sul piano.
- Rotolate l'impasto fino ad ottenere un salsicciotto lungo, con le estremità più sottili.
- Arrotolate l'impasto su sé stesso così da formare una chiocciola, fissando bene le estremità.
- Trasferite l'impasto su una teglia coperta da un foglio di carta forno e spennellate con l'uovo sbattuto.
- Spolverate con i semi di papavero o di sesamo.
- Coprite e fate lievitare per 30/45 minuti fino a che l'impasto non risulta quasi raddoppiato in volume.
- Più o meno 20 minuti prima di infornarlo, accendete il forno a 240 gradi, lasciando una teglia vuota sul fondo.
- Infornate la challah e versate una tazza di acqua nella teglia che avete messo sul fondo. Abbassate la temperatura a 200 gradi.
- Cuocete per circa 20 minuti o finchè la challah non risulta ben dorata.
- Per verificare la cottura potete capovolgerla e darle un colpetto sul fondo: dovrebbe suonare vuota.
- Se necessario fate cuocere ancora per qualche minuto, una volta pronta fatela raffreddare su una gratella.
Eh no eh no, così non vale… io ancora prima del tuo pane ho mangiato la foto parigina… e mi è venuta una fame di quella città che non ti dico… perchè adesso la immagino fiorire e camminare al Marais (conosco benissimissimo la via che hai citato) con l’aria tiepida e il cappotto aperto mi emoziona quasi quanto trovare nei mercatini una serie di cocotte a pois a 2 euro…
Ecco, io ora che ci faccio con la planetaria se non serve?! Comunque una domanda mi batte ancora di più in testa: i buchini del tagliere sono buchini o semi di papavero? Non farmi credere che non avevi notato il parallelismo… lovvo la “fusion”.
Ora che mi ci fai pensare… non sono mai stata a Parigi in primavera. No dico. Mai nemmeno una volta che è una. E’ questo – ma non solo – che mi piace di te, mi offri sempre nuovi punti di vista. Come i buchini del tagliere che fanno il verso ai semi di papavero ^^
La planetaria serve assolutissimamente serve! Come la mettiamo, te la butto lì, con le meringhe, le pavlove & co? 😀
Vado a cercare su Pinterest “Parigi in primavera”. Che già avevo in mente un week-end a Aix-en-Provence, ci manca solo la fissa di Parigi in fiore <3
ho provato a farla, ma invece che fare una gigante ne ho fatte tante piu piccole…buonissime!!!!!
Bellissime!!! La prossima volta ti copio 🙂